Fondazione Le Madri

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Stiamo vivendo la fase annuale che determina la fine dell’estate e che, gradualmente, arriverà poi alla stagione autunnale. L’elemento dominante che caratterizza il periodo estivo è il FUOCO. Questo elemento contribuisce alla formazione ed alla maturazione di frutti e semi di ogni genere, ma il prodotto ultimo e finale di ogni combustione è “cenere” che cade a terra attratta dalla forza di gravità, e questo “cadere verso il basso” incarna e rappresenta un PROCESSO fondamentale che caratterizza appunto l’autunno. Si tratta di una fase di cambiamento e transizione che coinvolge anche microrganismi e batteri decompositori presenti nel suolo che dovranno decomporre al meglio e metabolizzare tutto ciò che “cadrà verso il basso” durante l’autunno (foglie, ramaglie, tessuti vegetali, semi etc.). Queste risorse devono poter essere accolte e metabolizzate al meglio da parte del suolo poiché la terra ha necessità di nutrirsi dopo la smania estiva. Tutto ciò è scandito dal ritmo discendente del Sole che si avvia verso la “morte” invernale determinando un moto centripeto (contrapposto e polare rispetto alla fase primaverile). Nel respiro della Terra scandito da Equinozi e Solstizi ci troviamo ora nel momento in cui il suolo è particolarmente predisposto ad accogliere ed inspirare. Dunque è importante che il suolo possa metabolizzare e accogliere nel migliore dei modi il carbonio organico prodotto dalle piante tramite fotosintesi. Si tratta del ciclo del detrito (o ciclo del carbonio) per il quale il suolo è sede di chiusura soprattutto nella fase autunnale.
In agricoltura biodinamica viene favorita la miglior decomposizione della sostanza organica grazie al preparato FLADEN, il quale è in grado di stimolare l’attività dei microrganismi del terreno responsabili della degradazione di residui vegetali ed anche animali (deiezioni).
Un suolo sano e vitale deve poter svolgere decomposizione e ri-sintesi della materia organica per generare sostanze umiche (humus), vera base della miglior fertilità organica. Fare agricoltura biodinamica significa anche questo: riconoscere i processi naturali per poterli sostenere e assecondare al meglio.
In tal caso i preparati biodinamici sono portatori di un complesso di forze in grado di sostenere e assecondare i processi naturali durante questo particolare momento dell’anno: l’epoca autunnale. Anche e soprattutto il preparato CORNOLETAME si inserisce mirabilmente all’interno dei processi autunnali che si svolgono all’interno del suolo. Questi preparati sostengono la genesi del suolo e sono in grado di stimolare uno sviluppo armonico della pianta favorendo la miglior connessione tra radice e terreno.

Ma questa è innanzitutto l’epoca dell’Arcangelo Michele.
Occorre sottolineare che è il periodo di San Lorenzo (10 agosto) che anticipa e prepara il campo all’Arcangelo Michele (29 settembre) fornendogli l’arma meteoritica necessaria per “sconfiggere il drago”. Questo guerriero celeste potrà dunque utilizzare ferro cosmico e fuoco utili per forgiare la propria spada e tenere a bada il drago (San Michele viene anche rappresentato con un serpente oppure con Satana in persona). Si tratta di una festa che ha origini arcaiche, legata alle antiche popolazioni molto integrate e connesse con i ritmi della natura per le quali l’arrivo del freddo e del buio invernali poteva creare notevoli difficoltà. E non a caso l’Arcangelo Michele si celebra all’inizio dell’autunno in quanto simbolo di coraggio, forza e chiarezza di pensiero necessari per affrontare l’epoca dell’anno che va incontro a freddo e buio, nella quale la tenebra ha il sopravvento sulla luce.
Il drago, così come il serpente o come Satana, rappresenta anche e soprattutto la parte umana buia, selvaggia ed animale che in mancanza di una centratura dell’IO rischia di imporsi prendendo il sopravvento sull’uomo. È proprio la calura estiva che contribuisce ad intorpidire la coscienza umana, ma il ferro (meteoritico) funge appunto da sostegno e supporto dell’IO agendo direttamente sul sangue, rinvigorendo le forze animiche interiori sopite per via del caldo. A tal proposito San Michele è simbolo di equilibrio e forza interiore utile per tenere a bada il nostro lato più oscuro e meno nobile, e sconfiggere le paure.
Il termine ferro deriva dal latino sìderos che sta a indicare ciò che ha origine celeste, cosmica o stellare (in riferimento ad astri e stelle). Dunque gli Antichi riconoscevano in questo metallo proprio una origine celeste ed una notevole affinità con le forze cosmiche (di cui la spada dell’Arcangelo Michele ne è simbolo). Il ferro ha una notevole affinità proprio con il sangue, che a sua volta è in stretta relazione con il cuore; da cui “coraggio” in quanto “azione o atto del cuore” che consenta all’uomo di sviluppare forza d’animo per affrontare le insidie e gli ostacoli della vita.
Ferro meteoritico che, entrando nell’atmosfera terrestre per diluirsi in maniera omeopatica, porta con sé anche le energie necessarie a sconfiggere il drago che è in noi.

Riconoscere la spiritualità che ci circonda, che vive fuori e dentro di noi. Anche questo è un atto micheliano.

Buon lavoro!